Ciascun vino che viene messo in commercio contiene dei sapori tutti suoi e piccole sfumature che lo rendono unico e inimitabile. Queste particolarità devono, per forza di cose, essere mantenute e la bottiglia in cui il vino è conservato sarà da scegliere con particolare cura. Sì, perché, anche se possono apparire come uguali, così come per i bicchieri per il vino, le bottiglie si differenziano tra loro e ciascuna di esse è adatta ad accogliere solo alcuni vini.
In questo articolo, perciò, approfondiremo i vari tipi di bottiglie per il vino andando anche a indagare la loro storia.
Un po’ di storia
Prima di partire con l’analisi delle diverse tipologie di bottiglie per il vino, è bene fare un piccolo riassunto di come si è arrivati alle forme che, attualmente, caratterizzano tali contenitori.
Il vino è una bevanda che fa parte della storia più antica (basti pensare alla sua presenza nella tradizione mitologica greca e romana) e per questo motivo ha da subito avuto bisogno di un recipiente per essere conservato. Intorno al 1300, infatti, le bottiglie per il vino cominciarono a fare la loro prepotente comparsa sebbene, al contrario dei giorni nostri, avessero una forma molto tondeggiante e, addirittura, fossero di cuoio per poter facilitare il trasporto.
Le bottiglie, in una forma simile a quella odierna, furono per la prima volta prodotte in Francia, attorno al 1700. Venivano create in vetro soffiate e assomigliavano a tutti gli effetti a una boccia.
Con il passare degli anni le forme si modificarono, per avvicinarsi sempre di più a quella allungata che possiamo osservare oggi, e si scelse, nelle varie zone del mondo, di differenziare le bottiglie in modo che si adattassero alla perfezione allo specifico vino che dovevano conservare. Perciò, è assolutamente normale che molti dei vari tipi di bottiglie riportino il nome della regione da cui hanno avuto origine.
Sottolineiamo che oltre alla forma, anche il colore della bottiglia è una discriminante per fare in modo che il vino sia conservato nel migliore dei modi e, quindi, esso potrà cambiare di bottiglia in bottiglia.
Le diverse tipologie di bottiglie per il vino
Fatto questo breve excursus sulla storia delle bottiglie per il vino è ora di elencare le più famose e quelle che vengono maggiormente utilizzate dai produttori di tutto il mondo.
Bordolese
Partiamo da quella che è, senza alcun dubbio, la bottiglia più usata per la conservazione del vino: la bordolese. Nato in Francia, più precisamente nella zona di Bordeaux, questo recipiente è caratterizzato da una forma che ricorda quella di un cilindro e da una spalla, ossia la parte che collega il collo e il corpo, piuttosto rimarcata mentre il collo è abbastanza corto. Questa configurazione della bottiglia impedisce ai residui che potrebbero essersi formati nel vino durante l’affinamento, specialmente in quelli rossi più corposi, di depositarsi sui bicchieri una volta che esso viene versato.
Nel caso in cui si producano dei vini bianchi, allora la bordolese può essere trasparente oppure di colore verde. Al contrario, può presentare una colorazione scura nel caso in cui sia chiamata ad accogliere dei vini rossi.
Borgognona
Restiamo sempre in Francia, andando ad analizzare il tipo di bottiglia che prende il nome di Borgognona (detta anche Borgognotta). Siamo nella regione della Borgogna, terra in cui si producono dei vini di caratura mondiale, e tale contenitore presenta delle spalle slanciate, un collo lungo e sempre una forma cilindrica.
Generalmente è di colore verde per accogliere principalmente i vini bianchi. Tuttavia, nella sua zona di nascita viene indistintamente utilizzata per contenere sia vini bianchi che rossi.
Renana
Ci spostiamo dalla Francia per dirigerci in Germania, nella zona del Reno e dell’Alsazia. In questo luogo è la renana (o appunto l’alsaziana) la bottiglia regina, ideale per i vini bianchi o rosati che non lasciano depositi, poco strutturati e che, quindi, vanno consumati entro breve tempo. Anche per i vini rossi a base di Pinot nero, tipici dell’Alsazia, questo tipo di bottiglia si rivela un’ottima scelta.
Per quel che riguarda la forma, la renana ne mostra una simile a quella di un cono/cilindro, dove la spalla non è presente e la bottiglia è molto slanciata verso l’alto.
Champagnotta
Il tratto distintivo di questo tipo di bottiglia è lo spessore più accentuato del vetro che le da forma. Il motivo? Beh, presto detto: la champagnotta, come si potrà intuire dal nome, è destinata ad accogliere al suo interno degli spumanti realizzati con il metodo classico o degli champagne. Dunque, il vetro ha una consistenza maggiore dal momento che deve essere resistente rispetto alla pressione dell’anidride carbonica che è parte integrante di questi vini.
In aggiunta, sempre nell’ottica di proteggere la bottiglia dalla pressione esercitata dall’anidride carbonica, nella parte finale del collo troviamo un rigonfiamento a cui viene fissata una gabbietta metallica capace di bloccare il tappo e una concavità più evidente.
Albeisa
Terminiamo questo viaggio tra i vari tipi di bottiglie con l’Albeisa. Siamo nelle Langhe piemontesi e qui, da diversi secoli, i produttori utilizzano l’Albeisa per imbottigliare i grandi vini rossi della regione come il Barolo e il Barbaresco.
La forma è allungata e sottile e il colore di tale bottiglia tende allo scuro al fine di migliorare la fase di affinamento.
La classificazione in base ai formati
Fino a ora abbiamo preso in considerazione le più famose tipologie di bottiglie presenti sul mercato in base alla loro forma. Ora, invece, è giunto il momento di passare in rassegna le bottiglie focalizzandosi sul loro formato, ossia su quella che potremmo definire la grandezza del contenitore.
Da quelli più piccoli ai formati davvero giganti, le bottiglie che vedremo a breve possono contenere vari litri di vino. Eccole di seguito:
- Standard (0,75 litri)
- Magnum (1,5 litri)
- Jéroboam (3 litri)
- Réhoboam (4,5 litri)
- Mathusalem (6 litri)
- Salmanazar (9 litri)
- Balthazar (12 litri)
- Nabuchodonosor (15 litri)
- Melchior (18 litri)
- Solomon (20 litri)
- Souverain (26,25 litri)
- Melchizédec (30 litri)
La particolarità dei nomi
Come abbiamo appena visto, i nomi delle bottiglie in base al formato non sono molto comuni. Questo perché essi fanno riferimento agli antichi Re citati all’interno della Bibbia e ad altre figure storiche di quel periodo. Nei secoli scorsi, i produttori francesi dello champagne decisero di attribuire questi nominativi ai diversi formati di bottiglie per sottolineare la loro maestosità e importanza.
Perché proprio il vetro?
Ci sono molti fattori per cui il vetro è la soluzione migliore alla produzione delle bottiglie. Primo fra tutti il fatto che il vetro riesce a mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche del vino e, perciò, il suo sapore sarà autentico e non influenzato da fattori esterni. Questo fu il motivo per cui si passò dal cuoio al vetro in epoca antica.
Inoltre, il vetro consente di tenere alla larga i batteri che potrebbero entrare in contatto con la bevanda e rovinarla per sempre.
Da ultimo, in un’epoca moderna sempre più indirizzata allo sviluppo di un’economia sostenibile, si è compreso come il vetro sia un materiale riciclabile che non va a inquinare l’ambiente ma che può essere riutilizzato nella produzione.